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Il gruppo di ricerca del Laboratorio di Ecologia Vegetale e' attivo in svariati ambiti della botanica e dell'ecologia. 

Nello specifico le pricipali linee di ricerca sono: 


Ecofisiologia della germinazione

L’esigenza di avviare studi di ecologia della germinazione delle piante selvatiche nasce principalmente dalla scarsità studi riguardanti questi aspetti della biologia riproduttiva e dall’importanza che consegue dalla loro analisi.germogli

Di fatto, vi sono migliaia di specie selvatiche di grande interesse economico e culturale, in grado di fornire materie prime fondamentali, come cibo, medicine e fibre. La conoscenza delle caratteristiche di germinazione di queste specie, rappresenta il primo passo per la loro riproduzione, l’uso e ove necessario la reintroduzione in natura. Tuttavia, la straordinaria complessità e variabilità delle specie spontanee nei confronti di questi aspetti, si manifesta in una moltitudine di fenomeni di dormienza e requisisti di germinazione, che spesso sono di difficile interpretazione. Pertanto, si rende necessario svolgere uno studio approfondito dei fattori ambientali implicati nel promuove o inibire la germinazione dei semi, analizzando i fenomeni in chiave ecologica e adattativa.  
Le metodologie utilizzate in questi studi prevedono test di laboratorio mediante l’utilizzo di appositi strumenti, come incubatori refrigerati in grado di riprodurre cicli simulati di temperatura e luce che si verificano nei siti di crescita delle specie durante le varie stagioni. Altre analisi vengono effettuate direttamente in campo su campioni di semi esposti alle condizioni naturali. Queste ultime sono solitamente monitorate utilizzando dei termo-igrometri. Questo tipo di studi richiede conoscenze di botanica, ecologia vegetale, biologia della germinazione, morfologia dei semi, tassonomia e statistica.

Sulla rivista ufficiale della Millennium Seed Bank, SAMARA, è stato pubblicato da parte del nostro team un breve articolo che illustra questa linea di ricerca: Bridging the Gap Between Seed Banks and in situ Conservation.


Effetti dei cambiamenti climatici

Il clima è uno dei principali fattori che influenza la fenologia, la fisiologia e la distribuzione delle piante nel pianeta. Rispetto a questi fattori, le piante hanno sviluppato specifici adattamenti che riflettono le condizioni microclimatiche dove esse crescono. Di conseguenza, l’effetto dei cambiamenti climatici pone serie minacce alle specie vegetali, che si trovano esposte a condizioni ambientali differenti dal loro optimum. In risposta a questi cambiamenti, le piante potranno adattarsi, migrare verso zone più favorevoli, oppure lentamente estinguersi.
La probabilità dell’uno o dell’altro scenario, dipende da fattori intrinseci delle specie e dalla rapidità con cui tale cambiamento climatico continuerà nel tempo. Di fatto, sono previste e in parte già documentate, alterazioni nella fisiologia delle specie e nella composizione delle comunità vegetali.

linaria

In questo scenario, le ricerche indagano gli aspetti legati alla capacità di adattamento delle specie vegetali ai cambiamenti climatici e agli stress ambientali da essi derivati. In particolare è analizzato l’impatto dell’ambiente sulla capacità riproduttiva delle piante, in termini di influenza sulla fioritura, fruttificazione, capacità germinativa, vitalità e qualità dei semi. In laboratorio sono riprodotti cicli climatici simulanti di temperatura e stress ambientali al fine di definire l’optimum e i limiti di crescita delle varie specie. I risultati di laboratorio sono sempre accompagnati da misurazioni e monitoraggi della germinazione e di altri parametri biologici che descrivono il normale sviluppo delle plantule, nell’ambiente naturale di vita. Attraverso il confronto di questi dati con l’andamento climatico attuale e previsto in natura, si sviluppano modelli statistici predittivi degli effetti di ogni singolo fattore sulla capacità riproduttiva delle specie. Questo tipo di studi richiede conoscenze di botanica, ecologia vegetale, biologia della germinazione, tassonomia e statistica.

Sulla rivista ufficiale della Millennium Seed Bank, SAMARA, è stato pubblicato da parte del nostro team un breve articolo che illustra questa linea di ricerca: Plants in European mountains threatened by climate change.


Liste Rosse

Le Liste Rosse sono uno strumento fondamentale per la conservazione della Biodiversità. Servono a valutare lo stato di conservazinoe di una specie considerando numerose variabili come l'areale, la distribuzione e lo stato di salute delle popolazioni. Dall'analisi di questi dati emerge dunque uno stato di conservazione della specie, classificato nelle categorie della IUCN (International Union for the Conservation of Nature). Il prof. Graziano Rossi, con i suoi collaboratori e nuemrosi altri ricercatori si occupa quindi della raccolta dati in campo, della stesura e dell'aggiornamento di queste liste a livello locale (regionale e nazionale) nonchè nell'aggiornare e migliorare i criteri di valuzazione dello stato si conservazione.


 

Tassonomia e floristica

Gli studi di tassonomia del team di ricerca del Laboratorio di Ecologia Vegetale dell'Università di Pavia, si concentrano soprattutto sulla famiglia delle Poacee, ed in particolar modo sul genere Festuca.
Il genere Festuca, nella sua più ampia accezione, presenta una distribuzione Cosmopolita. E’ presente con un numero più o meno abbondate di specie in tutte le aree del mondo: Europa, Asia, Africa del nord, Africa del sud, montagne dell’Africa equatoriale, America settentrionale e meridionale (escluse le aree equatoriali), Asia meridionale (escluse le aree equatoriali), Australia, isole pacifiche e atlantiche. Praticamente in tutte le aree ad eccezione di quelle a clima equatoriale.
Allo stato attuale delle conoscenze risulta difficile dire di quante specie è costituito il genere. Tzelev (1983) riporta fra 300-400 specie, secondo Clayton & Renvoize (1986) ± 450, ma mancano i recenti contributi sull’America settentrionale, andina e la Cina e le recenti messe a punto sull’area di competenza dell’Euro-Med project. Possiamo quindi dire che si possa arrivare a circa 600 specie.
Per quanto riguarda l’Europa Markgraf-Dannenberg (1980) riporta 170 specie ma nell’ultima messa a punto si arriva a oltre 200 specie, nonostante le indagini non siano ancora terminate.